Archive for dicembre, 2010

Emme Emme Ics

2010, cosa sei stato?
Sei stato l’anno della mia prima laurea,
sei stato l’anno di mia introduzione a twitter,
sei stato l’anno di un grande amore,
sei stato l’anno di #allucinateneo,
sei stato l’anno dei miei video su youtube,
sei stato l’anno in cui ho perso un amico,
sei stato l’anno in cui mi hanno cercato per un lavoro perchè “ero bravo”,
sei stato molto. E ora stai finendo.

Buon Anno

Soglia

Sabbia. Uno scoglio asciutto su cui stare. In jeans, a piedi nudi, ad osservare un tramonto che si riflette nelle onde, sempre diverse. Nessun computer riuscirà mai a definire questo render, questa esperienza, come le foglie di un albero mosse da semplice aria in movimento, il vento. E pensi, dove finisce il mare? dove inizia la terra? le onde muovono continuamente questo confine, tracciano curve labili, risacche imprevedibili. Le onde portano granelli da donare e rubano sassi in continuazione, un dare e avere che dura da millenni, placidamente. E ciò che nasce è sublime amore.

Oltre

dentro. il male e la sua cura.
fuori. la vibrazione ed il suono.
dentro. un orto e una libreria.
fuori. lamentele ed odio.
dentro. violenza e perdono.
fuori. purezza e ricordi.

FACCHEM! random time

Un vaffanculo speciale a:
Il barista che dopo 2 mesi finalmente ha imparato cos’è un dannato macchiato freddo. FACCHEM!
La zia incazzata a morte con mia madre perché “mi ha mancato di rispetto”, cosa infondata, non vera e soprattutto, di 2 anni fa. FACCHEM!
La mia padrona di casa che ha costruito un recinto in cemento di 2 metri perché così il cane del vicino, che mi adora, non può scavalcare e venirmi a far le coccole. FACCHEM!
A me ed alle mie paranoie che mi hanno fatto pensare chissà cosa. FACCHEM!

Guardo queste persone, le scruto e mi si muove qualcosa dentro e mi esce e ti mando affare in culo, ecco! Buon Natale

Costruendo un cuore tutto mio

Luci di Natale scorrono luminose dal finestrino. Tracciano scie che si imprimono sulla retina stanca, in mezzo alla neve. E pensi al tempo. A quanto il tempo aiuti a riflettere, a dimenticare le cose meno importanti, le incomprensioni e ti faccia capire gli sbagli. Un fiocco di neve ti si posa sul naso, lo guardi mentre si scioglie delicato e freddo, cambia forma adattandosi a quella gobba del tuo naso, nostalgia. Collocato in questa realtà capisco la mia fragilità e rivaluto la mia forza nel comprenderla e combatterla, vincendo, da solo. Il resto verrà di conseguenza, se avrà voglia di costruire un castello con i Lego.

marmellata

Chiudi gli occhi, dove ti trovi? chi sei?
Il vento lambisce le tue ginocchia e capisci di essere a gambe incrociate, in una posizione comodissima, la tua. La lingua sfiori l’arcata dentale, dolcemente, come a riscoprirla un’altra volta, come la prima volta. Il respiro si uniforma alla brezza, ogni angolo della pelle sente il gradiente di temperatura e lo assapora, lo fa suo.
Non c’è un’anima viva nel giro di chilometri, solo ciò che ti circonda, distesa di materia suadente.
Vetro bugiardo che filtri l’amore tra le lacrime, ti riempi d’odio. Lastra trasparente sospesa sul pozzo nero, ti colori d’argento.

Vivere vuol dire raccogliere i cocci

Silenzio. Ti rinchiudi in un silenzio enorme, cerchi di dipingerlo, ci provi, lo senti, lui ti entra dentro, ti svuota, ti assapora, ti divora…
Buio. Tanto buio attorno a te da renderti cieco e da privarti delle capacità sensoriali, soffocandoti, estraniandoti da tutto…
Specchio. Uno specchio in quel vuoto silenzio, in quel buio nero si posiziona davanti a te, si siede a gambe incrociate davanti a te e tu puoi vederlo semplicemente perchè è illuminato dalla flebile luce dei tuoi occhi. Non esiste nessuno in quel momento al di fuori di te, guardi l’abisso e l’abisso ti guarda dentro. I problemi sono i tuoi e devi conviverci, lottarci, batterli in un’eterna partita a scacchi col destino.
Frantumazione. Un urlo irrompe nella stanza, gela le pareti che rispondono vibrando, rompe lo specchio in triangoli finissimi che si vanno a spargere sul letto dove eri seduto e che non vedevi. Ora la luce viene rifratta dai singoli frammenti e riesci a percepire la finitezza del luogo, la tua posizione al suo interno.
Vivere vuol dire raccogliere i cocci.

Diverso

inaspettato, inconsueto…8 mesi…tante cose cambiate.
una persona, un amico, abbiamo iniziato insieme l’università, eri già un senpai per me, un fratellone. Mi hai aiutato molto a reggere il primo grande impatto matematico, mi sei stato vicino, mostravi i tuoi lati deboli per rivelare i miei lati forti e mi sostenevi. Poi l’invidia ci ha separati, tanto tempo fa e ora, non so perché o per come, mi hai richiamato. Il primo pensiero è stato molto negativo, pensavo volessi qualcosa da me, che mi sfruttassi come hai fatto in passato, dura paranoia che non sono mai riuscito a togliermi. Invece a quanto pare la cosa è molto più semplice, mi vuoi bene… anch’io