Archive for deliri etimologicamente intelligenti

No more zapping

[…abbassare i toni…]
rimbalzò nella sua testa l’ennesima locuzione priva di senso, ormai utilizzata così tante volte da esser privata del significato…
[…eversivo…]
ancora, il piccolo robot riceveva questi segnali dalla sua amica televisione, la sua maestra, che un tempo gli aveva insegnato molto, quand’era giovane, quando quelle rotondità erano ancora presenti, ormai spazzate via dalla liposuzione dei cristalli liquidi, quando era ancora vestita di legno e non di vetro freddo…
[…il cerino acceso…]
continuavano martellanti parole che incrinavano i circuiti logici della sua scheda madre. Il piccolo robot piangeva ricordando quando da quel suo mentore, uscivano termini che lo facevano sentire a casa, amato.
[…giustizialismo…]
gocce d’olio scendevano dalle orbite sferiche con cui scrutava il mondo; prese il telecomando impolverato da secoli di carriera inutilizzata e premette il bottone rosso. Eutanasia
[…dobbiamo portare a casa il federZZOTT…]
silenzio.


Il piccolo robot aprì gli occhi verdi come il prato e si asciugo le lacrime cristalline e limpide come il mare blu… non era più il piccolo robot

Aggiungo la mia riflessione

Premessa: non è un discorso maschilista o fazioso, anzi, è una riflessione per discutere a prescindere dal sesso.

Mi ritrovo a discutere riguardo ad un monologo di Lella Costa sulla disamina delle parole “figa” e “cazzo”.
La Costa espone scherzosamente l’argomento definendo in sostanza come la parola “figa” sia usata in senso positivo (una figata, o un bel figo, volgendo al maschile una espressione femminile) e parla di “cazzo” come un qualcosa di negativo (un cazzone, eccheccazzo, una cazzata, che volge a sua volta al femminile una espressione tipicamente maschile).
Ok, sono d’accordo su questo, ma vado oltre. Perché è così? espongo il mio ragionamento.
E’ una questione di linguaggio e sulla sua base storica. La nostra è una società con il maschio al potere (per quanto discutibile sia la cosa) e gli uomini in ogni campo sono stati protagonisti, sia per conoscibilità che per importanza culturale. Con questo non voglio dire che non esistono donne scrittrici, donne architetto, donne pittrici, anzi, sono molto più brave in alcuni campi soprattutto per la capacità di esprimere e potenziare i propri sentimenti rispetto agli uomini. Sto guardando abbastanza generalmente che “la massa”, la società ed il suo linguaggio, si basano su concetti espressi da maschi.
Per lo più eterosessuali (vale lo stesso discorso che non ho intenzione di offendere gli omosessuali) aggiungerei e quindi il concetto di “normale”, per quanto instabile, incalcolabile ed indefinibile sia quando lo si analizza, è l’uomo etero… fin quì ok.
Sulla base di questo assunto è facile vedere come l’uomo etero (che come dicono e ripetono gli psicologi) pensa al sesso molto spesso e sia tentato ad attribuire alla patata un significato positivo, anche se è un apparente oggettivazione della donna. Stessa cosa per il membro maschile.
(((((Altri esempi di questo tipo li abbiamo fuori dal campo puramente sessuale, esempio tutta la disamina sugli escrementi, negativo, che vogliamo mandare via… oppure a tutta una serie di aggettivi positivi collegati ad oggetti o cibi che ci fanno stare bene (zuccherosa, dolce e via dicendo)))))))

Tutto questo per dire cosa? Niente di importante a dire la verità. Si tratta solo di una mia spiegazione al fatto, non una giustificazione e uno spunto di riflessione su eventuali altre società in cui la donna è dominante (o gli omosessuali, o chicchessia insomma) e studiare il linguaggio di queste società.

Promettere / Giurare

Oggi mi son svegliato con questo pensiero: descrivervi cosa ne penso su questi due termini. Me ne sono dimenticato durante la giornata e un intervento del nostro Premier me l’ha fatto ricordare. Diceva “Giuro sui miei figli” e mi è tornato in mente. Per poi dimenticarlo. E poi ricordarmelo dopo che una donna mi ha detto “promesso”. e quindi ora sono quì a scrivere prima che il pensiero voli altrove, corra. Vediamo se riesco a fare un discorso sensato perché non ho mai buttato per iscritto questo pensiero.

Io non prometto e non giuro… sono fatto così…
Trovo che una promessa o un giuramento siano un rafforzativo di una propria volontà, che non è abbastanza forte da essere ascoltata e compresa appieno. Trovo sia una giustificazione, un mettere in gioco parametri esterni (figli, madri, l’amore) per dare più peso alle proprie parole. Per questo non prometto. Non è una questione di “non prometto perché non so mantenere” anzi, è l’esatto opposto, non mi sento a mio agio perché dopo una promessa, il rapporto con una persona cambia, muta e si mette in gioco. Credo che non sia solo appartenente a quella categoria la “promessa da marinaio”, penso sia più estesa, ne ho avuto conferma plurime volte… per questo ho deciso di vivere la mia vita senza promesse, senza giuramenti. Se qualcuno mi conosce, comprende la mia determinazione e decide lui/lei se darmi fiducia, se le mie parole hanno un peso, non vado a fottergli il cervello promettendo cose.

Quindi, in sostanza, non aspettatevi mai promesse da me… Promesso!

Ma in che mondo siamo?

Oggi stavo aspettando l’autobus per tornare a casa ed intanto mi son messo a passeggiare per la stazione dei treni, osservando le vetrine e la gente che le guarda… ad un certo punto vedo una ragazza, molto giovane, con un passeggino che macina un po’ di tempo forse per far addormentare il piccolo. Poi, con noncuranza solleva le mani dall’impugnatura e continua come nulla fosse, lasciando il povero bimbo in mezzo al traffico pedonale. Lei guarda un po’ le vetrine e poi si avvia distratta verso il parcheggio adiacente. Indifferenza totale della gente, tutti di corsa, tutti pieni di cose da fare. Io decido di intervenire, dopo averla seguita con lo sguardo la seguo e la raggiungo e le dico che ha dimenticato suo figlio davanti alla stazione, incredulo. Lei si gira e, svampita dice: “mi ero persa a guardare le vetrine”, mentendo spudoratamente visto che eravamo nel parcheggio, a 50 metri dall’ultimo negozio. Fatto sta che la riaccompagno dal bambino, dove si era formata una piccola folla di signore che si erano accorte di una carrozzina lasciata incustodita. La ragazza, con faccia scura, riprende possesso del mezzo con violenza, come a strapparlo da finte arpie e se ne va di corsa. Le signore mi guardano, mi chiedono cosa è successo. Applauso.

Ma in che mondo siamo? Un mondo che corre talmente veloce e noncurante che una piccola azione come la mia mi rende un eroe? Macché eroe, non lo sono mai stato…

vivere semplicemente è la cosa più complicata che esista

Quanto bisogna combattere per essere considerati veramente per quello che siamo e non per il passato delle persone che ci giudicano male? Non è una colpa e nemmeno una colpa di cui scusarsi, ma è semplicemente un etichettatura stantia di ciò che ha ferito la gente appiccicata addosso alle altre persone, anche con le migliori intenzioni. Paura di ricadere negli stessi errori, paura di cedere, paura di lasciarsi andare. Io dico anche che è paura di noi stessi, che non sappiamo apprezzarci a pieno per quello che siamo e viviamo senza l’approvazione di nessuno, è un optional fantastico che ci rende più felici, ma su cui non possiamo fare affidamento. Si vive per quel che si è e sono felice di combattere e credere in questo

…sfogliarti

Le parole sono importanti quasi quanto gli occhi di una persona. Ti sanno dire tutto di lei, se sei un bravo lettore, un ottimo interprete. Ti possono dire il passato di quella persona, quanto ha sofferto, quanto ha amato, quanto se ne è fregata della vita. Le sue parole sono i suoi pensieri, le sue idee e carpre i segreti tra le vibrazioni sonore è un’arte sopraffina. Invasività? Consapevolezza? Stima?

Ore 12.45, fuori il Pedrocchi: Io in piedi su uno sgabello a gridare.

Oggi c’era un signore che parlava in piazza…spontaneamente. Mi sono unito a questa assemblea e sono intervenuto.
Si parlava della situazione italiana, non da un punto di vista meramente politico, ma di senso civico.
Ho detto che ho un sogno… svegliarmi ed andare in giro, parlare con la gente, sapere come si chiamano, discutere non di frivolezze… un sogno che posso realizzare è quello di insegnare qualcosa di utile ai miei figli, l’onestà e la determinazione per dargli un futuro…
ok, sto comprimendo tipo un’ora di conversazione, ma ecco, quello che voglio dire è che mi piace avere un contraddittorio, qualcuno che venga qui e mi dica la sua!

Scatoloni di roba…

…it’s a thing…
Riempiamo scatoloni della nostra roba e ne accumuliamo sempre di più, sempre di più, pensando di poter affidare i ricordi a vecchi album impolverati, a vecchi quaderni scritti… i ricordi sono nella nostra testa, sempre pronti per essere tirati fuori… solo che non abbiamo il tempo neanche per pensarci ai ricordi, un pò di tempo per stare fermi e sforzarsi di rilassarsi, sembra surreale… ma si fatica a riposarsi e guardare il proprio passato e rifletterci su… invece riempiamo la casa di cose che mettiamo in scatolono… e quando cambiamo casa? ne compriamo una più grande…xkè? per mettere dentro altri scatoloni di cose, all’infinito, finché il denaro lo può permettere…

…pensare, invece, non costa nulla…

c’ho male ardito

La gente osa… ma osa male, molto male.
Pensano di essere coraggiosi quando fumano dove non si può, chiedono informazioni ad uno sportello ancora chiuso, saltano la fila in mensa, parcheggiano in divieto di sosta…

…italiani…
che palle avere questa etichetta

Mente Chiusa

100esimo post. Voglio celebrare le menti aperte, parlando delle menti chiuse.
Io sono abituato a fare discorsi, a parlare con le persone e vi parlerò di alcune mie esperienze.
Prima superiore, (il bocchia) Ace si prepara ad una nuova pagina della sua storia personale. Nuovo look (via l’infantile codino), nuova regione (veneto, non più friuli) e soprattutto nuova gente da conoscere. Alberto, mio vicino di casa e compagno di scuola é il mio nuovo compagno di conversazioni… argomento? Motorini… conoscenze mie: poche; so cos’é un Ciao, so cos’é una puleggia media, so com’é il sotto di un SUV e so come si accartoccia un Ciao sui pilastri di cemento, Stop. Fatto sta che per 2 anni consecutivi (prima di trovarmi una morosa) ho passato la mezz’ora di ogni mattina ad ascoltare tutti i trucchi possibili immaginabili di uno scooter. Ok, é l’età in cui pensi a quello o ai videogames oppure alla figa (non tanto diverso dal maschio adulto a ben pensarci), ma li ho cominciato a capire di volere di più, ad introdurre i miei discorsi e ad essere liquidato in poche parole. E ultimamente ho capito che succede… io ho il coraggio di esprimere un opinione seria su un argomento, ma i miei interlocutori, per pigrizia spesso, non riescono ad esprimere una loro opinione e si limitano a darmi ragione per stare zitti… io voglio dialogo, voglio qualcuno che mi dica che sbaglio e sostenga il contrario… desidero un agorà dialettica che riesco a trovare solo con la donna della mia vita, Alessandra.

Questo blog sopravvive grazie a lei e a tutti quelli che hanno il coraggio di dire la loro

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